Scoprendo il vaso di Pandora del razzismo e del colonialismo russo

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Fossa comune di vittime cecene, durante la guerra Russo-Cecena cominciata nel 1999. Foto di Natalia Medvedeva /commons.wikimedia.org

Tutti attenti come siamo alle vicende belliche in Ucraina, si tende a dimenticare che i problemi che agitano la Russia contemporanea non hanno solo a che fare col rapporto con la NATO, ma hanno molto a che vedere con la situazione interna della Russia. La sua immensa estensione territoriale costituisce una ragione di forza, in quanto dotata di sconfinate fonti di materie prime di ogni sorta (se c’è un Paese al mondo che virtualmente potrebbe fare a meno di commerci esteri questo è proprio la Russia). Ma è anche motivo di debolezza nella misura in cui vi si raccolgono popoli che sono bensì stati assogettati al dominio dei Russi, ma che a loro volta possono aspirare a rendersi indipendenti. Non solo, anche a voler rivalersi delle angherie alle quali sono stati sottoposti dai dominatori. E tanto più, quanto più ravvisano condizioni di debolezza nei dominatori, quali quelle che si palesano proprio nell’invasione in Ucraina.

Ne parla un articolo di Stefano Caprio recentemente pubblicato da Mondo Russo, rivista del Pime-Asia News. Vi si afferma: “La questione del post-colonialismo in Russia è il grande tema di sottofondo imposto dalla guerra russa in Ucraina, uno degli effetti contrari ottenuti dalle manie di grandezza del “Putin collettivo”. Dietro le pretese del “mondo russo” ci sono le aspirazioni del “mondo non russo”, dei tanti popoli che da secoli sono sottoposti alla dominazione imperiale di diverse ideologie, da quella zarista a quella sovietica, e oggi dalla visione eurasiatica kirill-putiniana, che prendendosela con l’Ucraina ha di fatto scoperchiato il vaso di Pandora di tutta la storia russa. Nessuno può prevedere come andrà a finire la guerra mondiale scatenata dal Cremlino, ma molti immaginano che al posto della Federazione russa e delle sue cento regioni potranno crearsi molti Stati diversi, chi dice dieci e chi cinquanta. Su 145 milioni di cittadini, i russi sono al massimo 80 milioni (di etnia molto mista), e il resto varia dagli ugro-finnici ai caucasici, dai turanici ai mongoli, passando per gli europei orientali di vario ceppo fino ai cinesi, che sempre di più occupano i territori estremo-orientali“.

Litografia che illustra figure di tre popoli siberiani: Samoiedi, Mancesi, Evenchi. Foto di Sconosciuto – http://www.amurobl.ru/index.php?m=24596&r=4&c=2697&p=30302, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org

Continua  Mondo Russo: “Da sempre in queste terre si verifica un confronto tra oppressi e oppressori, in dimensioni che non hanno uguali al mondo…“.

Da un lato la guerra in Ucraina, che secondo Mondo Russo ha lo scopo non solo di acquisire il Donbass, quanto di recuperare uno sbocco importante sul mare: e in particolare il porto di Odessa. E dall’altro si aggiunge l’obiettivo di espandere il dominio nell’Artico, così da controllare le rotte di navigazione nordiche, sempre più appetibili a seguito dello scioglimento dei ghiacci del Polo Nord.

E come tutte le potenze coloniali, la Russia non guarda ai popoli assoggettati come vittime della propria prepotenza, bensì come genti che vengono protette, accudite, anzi, per le quali il dominatore, lungi dall’essere depredatore, spende le proprie risorse.

Nel complesso la valutazione di Mondo Russo è che la costellazione di popolazioni soggette ai Russi sia tale che potrebbe dar luogo a tensioni e resistenze interne di crescente forza. Nella visione di Alexandr Dugin, da alcuni ritenuto un ideologo che interpreta una parte cospicua dell’animo della dirigenza russa attuale, con l’impresa bellica in Ucraina la Russia dovrebbe imporsi quale potenza egemone in tutta l’area eurasiatica. Secondo l’analisi pubblicata da Mondo Russo invece potrebbe accadere l’esatto contrario.

Questa la conclusione: “...i tanti popoli dell’Eurasia sopportano sempre di meno la dittatura imperiale dei russi: dopo aver invaso l’Ucraina e minacciato gli altri Paesi dell’Europa orientale, del Caucaso, della Siberia e di tutta l’Asia, c’è il rischio che la Russia sia costretta a invadere sé stessa, rimanendole soltanto la possibilità della auto-colonizzazione“.

Fonte: https://www.asianews.it/notizie-it/La-de-colonizzazione-della-Russia-60583.html

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