di Romina D’Ascanio
Ci si ritrova in delle piccole parti di mondo quasi incantate, ci si sente avvolti da un senso di tranquillità e allo stesso tempo di curiosità: siamo nelle Fiandre, siamo in un Beghinaggio. La parola Beghinaggio (in olandese Begijnhof) viene da “beghine”: donne sole perché vedove o orfane, spesso di famiglia benestante, che decisero di dedicare la loro vita a Dio senza ritirarsi nel mondo della clausura. Esse fondarono nel XIII secolo le comunità dei Beghinaggi, complessi chiusi progettati per soddisfare le loro necessità spirituali e materiali ispirati alle Beghine che si svilupparono nell’Europa nord-occidentale nel Medioevo. In realtà vanno, quindi, distinte, e non solo per motivi temporali, due tipi di comunità di beghine: una di spontanea costituzione ma di piccole dimensioni, informali, e spesso molto povere emerse in tutta Europa a partire dal XII secolo, e i “Beghinaggi” una tipologia molto più grande, più stabile, geograficamente circoscritta emerse nella regione delle Fiandre e Paesi Bassi nei primi decenni del XIII secolo e costituite da donne provenienti da ricche famiglie o che avessero i mezzi per provvedere al proprio sostentamento.
L’emergere spontaneo del movimento riflette l’aria di rinnovamento religioso che ha investito l’Europa occidentale all’inizio del XIII secolo e in cui le donne hanno svolto un ruolo importante: molte si dedicarono alla vita monastica e alla clausura, altre, come le beghine, iniziarono a condurre una vita individuale o di comunità dedita alla preghiera, l’assistenza dei malati e il lavoro manuale che le permetteva, non avendo preso i voti, di essere libere di entrare e uscire o di ritirarsi dalla comunità. Il clima che si respirava all’interno era di sorellanza e collaborazione, le beghine ricostruivano nella comunità la famiglia della quale erano, per varie vicissitudini, state private all’esterno. Tutto l’ambiente, quindi, concorreva alla creazione di quest’atmosfera di quiete e tranquillità ma anche normalità e non privazione rispetto ai conventi. Il Beghinaggio rappresenta il luogo della protezione, del nido ritrovato.
Secondo lo storico belga Henri Pirenne, il loro successo è dovuto alla sproporzione nel numero di donne rispetto a quello degli uomini venutosi a creare a causa di guerre e operazioni militari che causarono la morte di un enorme numero di uomini, mariti e genitori che quindi non potevano più occupare del sostentamento di figlie e donne. Il Beghinaggio veniva supervisionato da una “Grande Dame”, eletta per un periodo limitato di tempo la quale veniva, talvolta, assistita da un Consiglio. I problemi religiosi e la crisi politica del XVI e XVII secolo hanno avuto il loro impatto sui Beghinaggi. L’istituzione scomparve completamente nelle province calviniste pur permanendo nelle aree ancora cattoliche fino al XIX e XX secolo quando il movimento, ritenuto troppo secolarizzato e privo dei principi che lo avevano mosso agli inizi, cessò di esistere definitivamente.
I Beghinaggi Fiamminghi presentano eccezionali caratteristiche di pianificazione urbana e rurale e una combinazione di architettura religiosa e tradizionale in perfetto stile fiammingo. Essi si configurano come complessi architettonici composti da case, chiese, edifici ausiliari circondati da recinzioni e da fossati, con portoni che si aprono al mondo durante il giorno e si chiudono durante la notte. Sorgevano tendenzialmente all’estremità del nucleo urbano, spesso nei pressi di un corso d’acqua, fiume o canale che ne accrescevano il carattere pittoresco come Bruges, Leuven (piccolo e grande Beghinaggio), Tienen, Diest, Edera e Aalst.
Nel 1998 i tredici Beghinaggi Fiamminghi di Gent, Leuven, Kortrijk, Mechelen, Brugge, Dendermonde, Turnhout, Sint-Amandsberg, Sint-Truiden, Lier, Diest, Tongeren e Hoogstraten vengono riconosciuti dall’UNESCO, Patrimonio Mondiale dell’Umanità per le seguenti motivazioni: – dimostrano eccezionali caratteristiche fisiche di pianificazione urbana e rurale e una combinazione di architettura religiosa e tradizionale in stili specifici per la regione culturale fiamminga; – portano eccezionale testimonianza della tradizione culturale delle religiose indipendenti in Europa nord-occidentale nel Medioevo; – costituiscono un esempio eccezionale di un complesso architettonico associato con un caratteristico movimento religioso del Medioevo associando valori sia laici e conventuali.
L’organizzazione dello spazio si sviluppa intorno a uno dei due modelli ben distinti: Stadsbegijnhof (Beghinaggio a città) e Pleinbegijnhof (Beghinaggio a tribuna). Il primo riflette in scala minore l’organizzazione della maglia cittadina medievale fatta da strade pressoché ortogonali le quali disegnano una serie di lotti convergenti verso la piazza dove si erge la chiesa. È questo il caso di Lier, Mechelen, Tongeren, Diest, i due beghinaggi di Leuven, in particolare il Grand Beguinage, che è probabilmente la rappresentazione più perfetta di questa tipologia. Il secondo è quello in cui gli edifici e la chiesa sono tutti disposti intorno ad cortile centrale, talvolta verde e alberato, altre pavimentato. Il cortile può poi, a seconda della forma del lotto, assumere forma triangolare (Dendermonde, Diksmuide, Herentals, Aarschot) o rettangolare (Sint-Truiden, Turnhout , Aalst, Hoogstraten) o assume la forma ad L come a Bruges. Infine, un terzo tipo, misto, combina le caratteristiche dei due precedenti, di solito come conseguenza dell’estensione di un Pleinbegijnhof. Questo è il caso di Anversa, dove l’antico convento costruito dopo il 1500 sul modello medievale, si espande attraverso l’acquisizione nel 1650 di un lotto adiacente. Ci sono Beghinaggi di tipo misto a Aalst, Oudenaarde, Gand, Bruges e Kortrijk. Non tutti i Beghinaggi sono conservati nel loro impianto originale. Molti sono stati in parte smantellati (Anversa, Hasselt, Petit Béguinage di Lovanio, Petit Béguinage di Mecheln, Herentals, Aarschot) o in gran parte incorporata nel tessuto urbano della zona (Gran Béguinage di Gent). Alcuni hanno subito dei danni durante la prima o la seconda guerra mondiale (la Béguinage di Dixmude è stata ricostruita nel corso del 1920; Aarschot, parzialmente ricostruita dopo il 1944, ha ancora quattro delle sue case originali, e la chiesa di Hasselt fu distrutta nel 1944). Molti hanno avuto dei cambi di funzione come il Beghinaggio di Bruges,fondato nel 1245 da Margherita di Costantinopoli, contessa di Fiandra, che ha ospitato fino al 1928 le beghine mentre ora al suo interno vivono suore benedettine. In altri casi furono gradualmente trasformati in ospizi, orfanotrofi, scuole,
I Beghinaggi sono, in definitiva, un esempio di come un’architettura semplice, non legata né a poteri temporali né religiosi sia riuscita a riflettere lo spirito di un’epoca e di una particolare area geografica; la cura che di questi complessi ancora si ha, rappresenta la sensibilità secondo cui un’architettura, sebbene quasi mendicante, possa essere conservata, curata, trasformata…semplicemente valorizzata.
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