FRONTIERE

#Architecture #Likes #Chicago #followback

by Romina D’Ascanio

“Architecture defines a city, and no city has been defined by its architecture like Chicago.” “L’architettura definisce una città, e nessuna città è stata definita dalla sua architettura come Chicago”

Sono queste le parole del sindaco di Chicago Rahm Emanuel che annunciano il progetto ambizioso che vuole tentare di affermare Chicago come centro culturale e architettonico a livello globale con la proposta per il 2015 della Chicago Architecture Biennial. Chicago strizza l’occhio alla Biennale di Architettura di Venezia che da pochi giorni ha aperto la sua quattordicesima edizione intitolata “Fundamantals” e curata dall’architetto Rem Koolhaas ma anche alle altre iniziative di design e ed arte tenute a Istanbul, Denver, San Paolo. La biennale di Chicago vuole in breve tempo duplicare il prestigio e il successo rispetto alla Biennale di Venezia e si proietta ad essere la diretta rivale della città Italiana con l’obiettivo di imprimere una forte spinta turistica alla città. La convinzione dei potenziali successi è messa nella mani dei due direttori artistici: Sarah Herda, già direttore della fondazione Graham, e Joseph Grima, co-curato l’Istanbul design Biennial, nel 2012. Molti grandi nomi hanno firmato per partecipare agli eventi in programma, due tra tutti Frank Gehry, architetto tra i più accreditati sul panorama mondiale e Peter Palumbo, presidente della giuria del premio Pritzker. Il Chicago Cultural Center ospiterà la prossima Biennale di Architettura nel 2015 e nella città verranno disposte mostre e padiglioni “collaterali” evitando di ripetere l’organizzazione a Padiglioni nazionali come a Venezia. L’intera manifestazione ha trovato l’investimento di 2.5 milioni di dollari garantiti dalla società petrolifera britannica BP e sarà pronta ad ospitare circa 2-300000 visitatori dal 1 ottobre 2015 al 3 gennaio 2016. È la storia di Chicago a suggerire le linee guida, una città che ha saputo reinventarsi a fine ‘800 quando un incendio la distrusse totalmente riuscendo a fondare una scuola di pensiero, appunto la Scuola di Chicago, capace di inventare la più innovativa delle tipologie architettoniche: il grattacielo. Chicago è il Loop, il cuore cittadino, centro geografico, culturale economico e commerciale della città popolato da una miriade di grattacieli che ne delineano lo skyline in maniera inconfondibile. È la Chicago dell’Home Insurance Building, primo grattacielo della storia, di Sullivan e del socio di una vita Adler e delle innovative intuizioni sul costruire che fanno di lui il “profeta dell’architettura moderna” come lo definisce Zevi e del Monadnock Building progettato nel 1891 da Burnham & Root con il record imbattuto di più alto edificio con telaio in ferro e struttura portante in mattoni. Ma Chicago è anche Mies Van Der Rhoe, la sua pulizia nelle forme, la sua architettura precisa, senza tempo e quasi sacra: l’Illinois Institute of Technology e Casa Farnsworth. È la città verso cui Wright ha sempre nutrito un sentimento di amore e odio ma che ha concorso alla formazione dell’architettura organicista. La Chicago di Oak Park, diversa, più introspettiva, attenta alle luci e ai materiali, ai mobili e ai colori che prende forma attraverso la fantasia di Wright. È la città in cui architettura e ingegneria sono state capaci di fondersi, di mostrarsi come un unicum, di vibrare all’unisono ma è anche la città dei poteri forti e del progressismo, dell’architettura audace delle Willis Tower e avveniristica del Jay Pritzker Pavilion di Frank Ghery. Questo atteggiamento fortemente incentrato al continuo rilancio della città ha spinto di certo le amministrazioni a credere che una nuova sfida nel 2015 sia ancora possibile: fare e mostrare Architettura.

Per maggiori informazioni http://www.chicagoarchitecturebiennial.org/

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