Ambalema sul fiume Magdalena. Tra le Ande colombiane un angolo di paradiso da valorizzare

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Di Olimpia Niglio

Nel 1825 a Londra Josiah Conder pubblicava il volume The modern traveller a popular description, geographical, historical and topographical of the various countries of the globe. Colombia. L’opera era parte di una raccolta editoriale che Conder aveva dedicato ad alcuni paesi del mondo; tra questi la Colombia comprendente, a quei tempi, anche gli attuali paesi confinanti Venezuela e Panama. Tutto questo ovviamente era collegato alla situazione geo-politica del tempo che faceva riferimento a quanto stabilito dal Congresso di Cúcuta del 1821 nel quale fu promulgata una Costituzione il cui obiettivo principale era stato quello di creare la Repubblica di Colombia che comprendeva gli attuali territori di Colombia, Venezuela, Ecuador e Panamá.

Nel volume riservato alla Colombia un capitolo era interamente dedicato al viaggio intrapreso dalla città di Cartagena de Indias lungo il fiume Magdalena per raggiungere poi la città di Bogotá posta sull’altopiano della Cordigliera Orientale a oltre 2600 mt di altitudine. In realtà tutte le navi provenienti da Occidente e quindi dal continente europeo giungevano presso il porto di Sabanilla (attuale Puerto Colombia al nord del paese). Qui i naviganti si reimbarcavano su piccole imbarcazioni che percorrevano il fiume Magdalena al fine di approdare a porti interni e dai quali, tramite mulattiere, raggiungere i principali centri urbani molti dei quali fondati sulle alture delle tre cordigliere. L’importanza di questo fiume sin dall’antichità era testimoniata dalla ricca presenza, che persiste tuttora, di insediamenti abitativi e produttivi. Lungo il fiume si svolgeva soprattutto una speciale pratica di pesca le cui tradizioni ancora oggi in parte si conservano presso la comunità di Honda al confine tra Tolima e Cundinamarca.

Colombia. Il fiume Magdalena visto da Ambalema (Adam Rainoff, 2019).

Proprio nel Dipartimento del Tolima lungo le sponde del fiume Magdalena si trovano importanti centri coloniali quali Honda, Mariquita ed Ambalema. Honda è spesso annotata nelle cronache storiche perché qui approdavano le navi i cui passeggeri dovevano poi proseguire il viaggio per raggiungere Bogotà. Una volta raggiunto il porto di Honda si proseguiva il viaggio al dorso di muli, inerpicandosi lungo percorsi molto scoscesi della Cordigliera Orientale delle Ande giungendo, senza non pochi problemi e difficoltà, a Bogotá.

Nel nord del Dipartimento del Tolima, prossima al porto di Honda, il 15 agosto 1627 il dottor Lesmes de Espinoza Saravia fondò la città di Ambalema de Tomás Bocanegra. Questa città da sempre ha goduto di una posizione geografica straordinaria: sorge lungo le rive del fiume Magdalena dove il territorio fortemente pianeggiante è protetto dalla cordigliera andina e il clima seppur fortemente umido ha sempre favorito lo sviluppo di molti prodotti agricoli, in particolare riso, cotone e tabacco.

Ambalema, mappa turistica del centro storico lungo il fiume Magdalena.

Gaspard Théodore Mollien, studioso francese, che nel 1823 compì un viaggio per la Colombia, nel suo libro Viaggio alla Repubblica di Colombia eseguito nell’anno 1823 dal signor Mollien (opera tradotta dal prof. Gaetano Barbieri e pubblicata a Napoli nel 1831) aveva fortemente valorizzato le bellezze naturali di Ambalema e il suo patrimonio storico-architettonico, come l’antica chiesa di Santa Lucia edificata nella metà del XVIII secolo, la grande casa coloniale denominata “Casa Inglesa” per la gestione delle attività produttive, il primo Banco del Commercio del paese che si occupava della commercializzazione del tabacco e della sua esportazione e soprattutto la “Casa de la Moneda” che è stata la prima a coniare moneta in Colombia.

Le case che oggi si osservano sono il risultato della ricostruzione dopo l’incendio del 1825. La caratteristica principale di queste costruzioni è la struttura in “bahareque”, ossia struttura in guadua e terra, con tetto in coppi. La tipologia tipica prevedeva una casa con patio interno centrale e la facciata verso la strada principale caratterizzata da un porticato che non solo era necessario per ripararsi dal sole ma costituiva anche un prolungamento dell’abitazione verso l’esterno. Sotto questo stesso spazio venivano seccate le foglie di tabacco. Tale tipologia abitativa è tipica ancora oggi di tutta Ambalema fatta eccezione per le abitazioni più recenti, esterne al centro storico.

Ambalema. Case tradizionali nel centro storico (Olimpia Niglio, 2014).

Al principio del XX secolo e precisamente nel 1919 ebbero inizio anche i lavori di costruzione della linea ferroviaria tra Ambalema e Ibagué, capitale del Tolima. Fu questa l’occasione durante la quale fu realizzata la stazione ferroviaria di Ambalema (1921) che tra il 2009 e il 2016 è stata oggetto di importanti studi nell’ambito delle attività di ricerca coordinate dall’Universidad de Ibagué e seguite dalla Fundacion Amigos de Ambalema Viva. Questo lavoro ha consentito di restaurare l’antica stazione e di destinarla a Casa della Cultura.

Ambalema, antica stazione dei treni (Adam Rainoff, 2019).

Ma Ambalema, così come molte zone del Dipartimento del Tolima, da tempi remoti è un territorio molto importante per essere una zona umida (humedal). Si tratta di aree paludose che regolano i sistemi idrografici e grazie alla loro comunità biotica attraggono un gran numero di uccelli e forniscono habitat a specie come mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati, senza dimenticare che ci sono altri aspetti che hanno un enorme significato per le società: sia dal punto di vista economico e culturale, sia da quello scientifico e ricreativo. Questi territori forniscono agli uccelli locali ambienti in cui vivere e riprodursi, e agli uccelli migratori luoghi di riposo dove possono ricostituire le loro forze grazie alla ricchezza biotica della zona umida che offre loro abbondanti risorse alimentari. Queste zone umide hanno anche altre funzioni che non sono evidenti: controllo delle inondazioni, ricarica e scarico della falda acquifera, controllo dell’erosione, ritenzione di sedimenti, ritenzione di nutrienti, stabilizzazione del microclima, e alcune sempre più importanti nella società urbanizzata come la ricreazione e il turismo e il sito di ricerca scientifica. Sono anche la patria di una flora specializzata che serve come cibo e supporto per gli uccelli. È il caso delle canne, delle alghe, delle merendine, della lattuga d’acqua, nonché del fitoplancton e dello zooplancton, fondamentali per la vita della palude.

Ambalema, zone umide (Olimpia Niglio, 2014).

Nonostante il centro storico di Ambalema il 5 marzo del 1980 sia stato dichiarato “Monumento Nacional” e di conseguenza tutti gli interventi di manutenzione e restauro che interessano questo territorio ricadono sotto il regolamento n°264 del 1963 nonché sotto la legge nazionale n°397 del 1997, negli ultimi anni questo straordinario patrimonio è stato offeso e deturpato.

Oggi più che mai è in gran pericolo a causa dell’ “egoismo materiale” dell’uomo poco interessato a trarre importanti risorse per la vita da questo straordinario paesaggio sempre più aggredito dall’incuria, dal disinteresse e dai corrotti affari delle amministrazioni governative locali e nazionali che operano solo in funzione di profitti destinati a pochi. Non ultimo un terribile progetto di cementificazione del lungo fiume in corrispondenza del centro di Ambalema, approvato dalle amministrazioni locali, al fine di sradicare un’immensa quantità di alberi per realizzare una banchina di approdo delle barche da fiume.

Ambalema, zona interessata dal progetto di cementificazione. Fundacion Amigos de Ambalema Viva sta lavorando per salvaguardare questo paradiso. (foto di Oscar Mauricio Reyes, maggio 2020).

Questo territorio così ricco di storia e di risorse naturali merita di essere inserito in un progetto più ampio di valorizzazione del Paesaggio Culturale con un più attento coinvolgimento del Ministerio de Cultura e del Ministerio de Ambiente y Desarrollo Sostenible al fine di attivare progetti di riforestazione, di incentivazione all’agricoltura, alla valorizzazione delle zone umide con la rispettiva flora e fauna nonché con programmi di educazione scolastica e di incentivazione culturale con il supporto delle principali accademie universitarie del Tolima.

Un recente volume edito dall’Universidad del Tolima a cura di Cesar Valendia, “Hábitat, paisaje y territorio del Tolima”  ha consentito di mettere a punto alcune osservazioni e progetti che ci auguriamo saranno presto attivati con il supporto della Fundacion Amigos de Ambalema Viva per ridonare a questo angolo di paradiso la sua giusta dimensione naturale e dignità umana.

Il volume è liberamente scaricabile qui: https://repositorio.unibague.edu.co/jspui/bitstream/20.500.12313/1544/8/H%c3%a1bitat%2c%20paisaje%20y%20territorio%20del%20Tolima.pdf 

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