Milano: il centro storico in piena Rinascita

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Milano. VIa Senta Redegonda con i prospetti della Rinascente e del palazzo dell'Odeon dopo la ristrutturazione. Redering di Pogetto CMR

Una nuova rinascita per la Rinascente: il primo grande magazzino italiano si dilata, esce dalla sua storica sede per abbracciare il vicinopalazzo del cinema Odeon e dar luogo così al “Rinascente district”. L’annuncio è dell’inizio di ottobre e il progetto si inserisce tra le molteplici iniziative che stanno rimodulando il volto del centro città.

Da mesi il cine multisala era inattivo, ora iniziano i lavori per trasformare i primi due piani dell’edificio in eleganti spazi commerciali che accoglieranno quanto esposto oggi nelle vetrine al piano terra della Rinascente (orologi, profumi, ecc.): 3mila metri quadrati in cui si attende che giungeranno oltre 3 milioni di visitatori l’anno. Questa è la porzione più rilevante, per ora, della generale trasformazione che interesserà il palazzo dell’Odeon; questo, che è uno dei primi esempi di architettura polifunzionale per il tempo libero (cinema, teatro, sale da tè, sala da ballo, ristorante, birreria…), realizzato nel 1931 con gusto eclettico nelle facciate e tardo art déco negli interni, diviene oggetto di un complessivo restauro rigenerativo che consentirà tra l’altro il recupero della grande sala cinematografica e di altri ambienti di valore storico al piano interrato.

La sala cinematografica allo stato attuale. Foto Vittorio La Fata, courtesy Progetto CMR

La fine dei lavori è prevista per il 2027 e ci si aspetta che i tempi siano rispettati, a differenza di quanto avviene spesso con le opere edilizie: l’intervento è  curato da Progetto CMR, il gruppo specializzato in “progettazione integrata”, un sistema fondato sull’approccio multidisciplinare che consente di pianificare il cantiere in modo tale che ogni sua componente agisca in modo sincronizzato con ogni altra parte in una sintesi che armonizza tutti gli apporti dei diversi specialisti che interagiscono sul piano tecnico, artistico, ambientale, impiantistico.

L’ingresso al palazzo Odeon, allo stato di fatto, Foto Vittorio La Fata, coutesy Progetto CMR

Funziona: s’è visto col restauro in corso delle facciate di Palazzo Marino. Cominciato a metà aprile,  è stato da poco concluso sul prospetto principale verso piazza della Scala così che ora i ponteggi sono già stati spostati sulla facciata verso via delle Case Rotte. E anche qui, come in tutti i cantieri aperti per restaurare gli edifici storici del centro città, vi sono pannelli di copertura che riproducono i prospetti architettonici nascosti dalle impalcature.

Un pannello di copertura dei ponteggi di Palazzo Marino. Le figure di Cristina Trivulzio di Belgiojoso e di Cesare Correnti nel momento delle Cinque Giornate, sullo sfondo di Piazza San Fedele

La particolarità nel caso di Palazzo Marino è che tali rivestimenti temporanei nella parte bassa propongono scene rievocanti momenti cruciali della storia meneghina, in una cronosequenza che va dall’erezione dell’edificio nel secolo XVI alla prospettiva delle Olimpiadi dell’anno prossimo (dal progetto dell’architetto Alessi nel 1557 a Cristina Trivulzio e le Cinque giornate, a Arturo Toscanini e la riapertura della Scala dopo la seconda guerra mondiale…). Significativo è che le figurazioni storiche mostrano del palazzo del Comune il prospetto su piazza San Fedele: infatti all’origine piazza della Scala non c’era (è stata aperta solo a metà ‘800) per cui la facciata principale era quella verso la chiesa dei Gesuiti, e un pannello ricorda come il Manzoni, che abitava lì vicino, la frequentasse tutte le mattine.

Palazzo Marino è in buona compagnia. Anche la chiesa di San Fedele è totalmente avvolta da ponteggi rivestiti da pannelli che ne riproducono le fattezze: “Il restauro avrebbe dovuto cominciare già anni fa – spiega l’architetto Roberto Spreafico che se ne occupa – ma è stato ritardato dall’emergenza covid: c’erano stati alcuni distacchi di porzioni della pietra d’Angera con la quale sono modellate le facciate”: una pietra sedimentaria, molto usata in edifici cinquecenteschi, che essendo “tenera” necessita di continue attenzioni. E pure la facciata della Scala dalla scorsa primavera rimane occulta dietro ai ponteggi allestiti per ripulirla dalle incrostazioni dovute all’inquinamento.

Dunque sono già molti i cantieri aperti in pieno centro storico, ma altri se ne attendono. Per esempio, da tempo si aspetta che parta il restauro delle facciate e dei portici meridionali di Piazza del Duomo, il cui palazzo, già usato come sede di uffici comunali, è già stato destinato a divenire un hotel.  Perché la “capitale morale” diventa sempre di più luogo di turismo: è il sistema di lavoro che è cambiato, e con esso cambia il modo di vivere e abitare la città.

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