Il Triangolo (post) industriale c’è. Nelle città non nei borghi

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Torino e la sua area metropolitana. Foto di F Ceragioli - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15475968

di Francesco Gastaldi *

Il 3 gennaio 2024, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo aveva annunciato su Facebook: “Seppur nel 2023 Torino ha registrato un impercettibile aumento della popolazione non stiamo assistendo all’inversione di un trend”, il primo cittadino aveva aggiunto. “Quella demografica è una delle più grandi emergenze che stiamo vivendo e che dovremo affrontare nei prossimi anni”. Numeri alla mano, secondo il sito Demo.istat (che raccoglie i dati forniti dalle anagrafi comunali), i primi 5 mesi del corrente anno 2024 la popolazione residente a Torino passa da 846.926 a 847.233 abitanti. Si tratta di variazioni quasi impercettibili, non si tratta di una inversione di tendenza, ma di un rallentamento di alcuni andamenti negativi, a inizio 2019, la popolazione torinese era di 860.793 persone, la popolazione in 5 anni è ancora calata, ma con ritmo meno sostenuto, forse la fase più acuta del post fordismo si è conclusa? Non mi sentirei di fare conclusioni affrettate, è ancora presto per dirlo.

Interessanti anche i dati di Genova, nei primi mesi del 2024, sempre osservando il sito Demo.istat, nei primi 5 mesi del corrente anno 2024 la popolazione residente a Genova è passata da 561.947 a 562.549 abitanti, in attesa dei dati di fine anno e di verifiche e aggiustamenti statistico-anagrafici, troviamo anche qui una leggera crescita.

Ovviamente nelle 2 città il saldo naturale (differenza nati-morti) è sempre pesantemente negativo, il saldo migratorio con altri comuni italiani è più o meno in pari, mentre negli ultimi anni esiste un saldo positivo di persone che si iscrivono all’anagrafe dall’estero (molti di più di quelli che se ne vanno verso l’estero), entrambe le realtà urbane hanno una struttura demografica che mostra un alto numero di popolazione anziana, con una percentuale crescente di over 65.

Troviamo conferme dell’andamento demografico di Milano, città molto attrattiva per le dinamiche economiche e del mercato del lavoro che ha saputo, prima delle altre due città, avviare un processo di transizione dall’economia industriale (anche Milano era negli anni 60 uno dei vertici del noto Triangolo Industriale italiano) a una economia diversificata e assai più competitiva. A Milano nei primi 5 mesi del 2024 la popolazione residente passa da 1.371.850 abitanti a 1.372.921 con un incremento di più di 1.000 unità.

Nelle dinamiche demografiche delle tre città un peso rilevante è giocato dall’immigrazione straniera, e il fenomeno è destinato ad aumentare e sarà sempre più strutturale. Il tessuto economico per resistere e andare avanti ha bisogno di queste persone: dal turistico alberghiero alla manifattura, dalla logistica ai trasporti, dall’assistenza familiare e di cura, le realtà urbane del Nord vedono presenze ormai organiche. L’aumento degli stranieri è spesso legato proprio a stabilizzazione delle presenze: ricongiungimenti familiari o regolarizzazioni dopo periodi più o meno lunghi di permanenza e al rilancio economico dopo la pandemia.

Ma i dati demografici dei primi 5 mesi del 2024 ci dicono che il Triangolo (post) industriale c’è (forse) ancora, in attesa di ulteriori verifiche sui trend demografici, siano essi di leggera inversione di tendenza (e di leggera crescita) o di minor decrescita rispetto agli anni precedenti, qualcosa si muove a Genova e Torino (il lato triste dell’ex triangolo), mentre Milano conferma il proprio ruolo attrattivo. Soprattutto non siamo tutti andati a vivere nei “borghi” come alcune previsioni pandemiche configuravano, anzi, le città sono attive protagoniste, e i numeri lo dimostrano.

* Francsco Gastaldi è Professore associato di Urbanistica, Università IUAV di Venezia

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